Emanuele Artom, giovane storico torinese (era nato nel 1915),
commissario politico azionista di una formazione partigiana
piemontese, catturato il 25 marzo 1944 dai nazisti in un
rastrellamento nella valle del Pellice, morì il 7 aprile successivo per
le conseguenze delle atroci torture a cui fu sottoposto. Di lui, il cui
corpo fu sepolto nei dintorni di Stupinigi ma mai più ritrovato, ci
è rimasto un documento autobiografico straordinario: il suo diario
personale. Temporalmente suddiviso in due parti, il
diario vive delle riflessioni sulla guerra fascista, sulla lotta
partigiana ma non solo: la testimonianza di Artom, dipingendo uno
speciale “percorso ebraico italiano”, diventa il ritratto di un’intera gioventù la cui identità
nazionale e religiosa, messa tragicamente in discussione dal nazifascismo, trovò nell’adesione alla
Resistenza e nei suoi ideali, una fondamentale opportunità di riaffermazione.
La nostra scuola ogni 25 aprile propone una manifestazione basata ogni anno su una tematica diversa. Quest'anno, attraverso il diario del partigiano Artom, affrontiamo il tema del partigiano visto non come eroe, ma come persona comune, con le sue umane paure e le sue difficoltà.
Vi lascio un riassunto del diario, in cui sono selezionate solo le pagine che mettono in luce l'umanità dei partigiani, non supereroi, ma semplici uomini.
Chi vuole saperne di più su questo personaggio e sul suo diario, può leggere la pagina su Wikipedia o scaricare il suo diario.
Saluti a tutti e buona Pasqua!
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